Barigazzo: il tempo ritrovato

Esiste un posto dove il tempo scorre col suo ritmo naturale? Abituati alla frenesia delle grandi città, probabilmente alla domanda faremmo fatica a rispondere. Ebbene,qualche volta capita di smentirsi e di riscoprire quel senso del tempo che l’uomo moderno ha perso ad una fermata della metropolitana. No, non troveremo di nuovo il tempo nel traffico vorticoso delle città. Questa volta il tempo lo troviamo proprio dove non avremmo mai immaginato. Negli ultimi anni abbiamo avuto la possibilità di apprezzare il miracolo della vita ma anche la sua caducità e l’impellente bisogno tutto umano di vivere il nostro tempo, nel nostro tempo e in comunità. La pandemia ci ha riportato alle origini delle necessità, alla nostra natura e alla Natura. È in questa circostanza che si scoprono luoghi autentici come quello di cui vi sto per parlare. Barigazzo, frazione di Lama Mocogno, sull’Appennino Modenese, è la materializzazione di una realtà autentica, […]

Flumen album: un nome latino per il borgo dei Celti

La scure prendi su, Lombardo, da Fiumalbo e Frassinoro!  Il vento ha già spiumato il cardo, fruga la tua barba d’oro. Menzionato persino nei componimenti del Pascoli (La partenza del boscaiolo), Fiumalbo, in provincia di Modena, è stato negli ultimi anni uno dei borghi più belli d’Italia. Per chiunque abbia voglia di immergersi nella natura e nei boschi, oltre che nella storia, il borgo di Fiumalbo è meta consigliatissima. Questa meravigliosa location sorge alle pendici del Monte Cimone, il Grande Vecchio che domina l’ Appennino tosco-emiliano. Proprio da Fiumalbo, più precisamente dalla località Doccia, si snodano i sentieri naturali che portano fino alla cima del Cimone, a 2165 metri sul livello del mare! Su questi sentieri, poco lontane dal centro abitato, sorgono le capanne celtiche, costruzioni antichissime che raccontano la storia e le tradizioni delle civiltà montane. Questi edifici sono caratterizzati da facciate a gradoni e lastre di arenaria: la loro […]

Ponte di Olina

Olina e Lavacchio: un viaggio tra cielo e terra sull’Appennino modenese

«Per tutti coloro che hanno un po’ l’illuministico comune sentimento di luogo, che viene a volte alterato e reso debole, Olina è un’eccezione, perché non è un insieme più o meno confuso di oggetti edilizi provocatoriamente collocati in piena antitesi con tutto ciò che natura e storia vi avevano prodotto. È un luogo vero, non un “non luogo” caratterizzato da estraniazioni e da dispersioni insediative» (Elio Garzillo, in Seicento Appenninico. La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Olina) Le parole dell’ architetto Elio Garzillo descrivono in maniera plastica e viva non solo e non tanto il luogo fisico, ma soprattutto le sensazioni che si destano in chi vi fa visita. Immerso completamente nel verde dell’Appennino modenese, il borgo di Olina è una frazione del comune di Pavullo nel Frignano. Come al solito, immancabile è la curiosità per la toponomastica: il nome “Olina” deriverebbe da “aula”, in latino ampia traduzione di […]

Eremo di San Vitaliano: l’eleganza di una chiesa di campagna

L’aria mistica dei Colli Tifatini, gli alberi e la vegetazione rigogliosa, il tufo antichissimo e la semplicità delle forme rendono l’Eremo di San Vitaliano un posto unico, un luogo dove il tempo si è fermato all’atmosfera intima del Medioevo. La natura, con i suoi poteri magici, ti scaglia nel meraviglioso mondo delle emozioni, attiva tutti i sensi…quei sensi che nella frenesia giornaliera ti dimentichi di possedere. E allora scopri quanto è bello lasciarsi accarezzare dal vento, meravigliarsi dei colori di una farfalla che passa a salutarti.

Non ci resta che andare a Sermoneta!

Intorno all’antico Castello Caetani si sviluppa il borgo di Sermoneta che si presenta inalterato e perenne, con le sue case in pietra calcarea, il succedersi di pendenze e declivi, il dedalo dei suoi vicoli, gli angoli fioriti, le botteghe artigianali e gli scorci sulla piana sottostante. Passeggiando senza meta per il piccolo centro storico si può godere della sensazione di passeggiare al di fuori del tempo, ammirando tra le abitazioni elementi architettonici e decorativi di grande pregio come bifore, stemmi, portali a bugnato, archi a tutto sesto e ad ogiva, loggiati, insieme a edifici d’importanza storica ed artistica quali la già ricordata Loggia dei Mercanti, la rinascimentale Chiesa dell’Annunziata, il Palazzo Comunale e la Sinagoga ebraica.

Il Carnevale: dalle origini alla cucina

La storia La parola ‘Carnevale’ deriva dal latino carnem levare che vuol dire ‘eliminare la carne’, poiché anticamente il banchetto si teneva il martedì grasso prima del digiuno della Quaresima (periodo in cui ci si astiene dal consumo della carne). Questa festa ha origini molto antiche ed incerte, che sembrano risalire all’epoca greco-romana durante il quale si tenevano cerimonie pagane in onore del dio Saturno, per propiziare l’inizio dell’anno agricolo. Durante queste feste ci si mascherava e ci si abbandonava ai piaceri dei sensi, mangiando, bevendo e divertendosi. Nel Medioevo i festeggiamenti furono mantenuti simili a quelli greco-romani, con la differenza che essi terminavano con il processo di un fantoccio come simbolo di espiazione dei mali commessi durante l’anno. Questi festeggiamenti sregolati, successivamente, non furono ben visti dalla Chiesta, che cercò in qualche modo di ridimensionarli. Così, il Carnevale cominciò ad essere rappresentato da compagnie di attori in maschera che a […]

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Il Borgo che non c’è

«Anche le città credono d’essere opera della mente o del caso, ma né l’una né l’altro bastano a tener su le loro mura.
D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.» Italo Calvino, Le città invisibili.

Casali di Faicchio: la Betlemme del Sannio

E voi siete uomini d’amore o uomini di libertà?

“Gli uomini si dividono in uomini d’amore e uomini di libertà, a seconda se preferiscono vivere abbracciati
l’uno con l’altro oppure preferiscono vivere da soli per non essere scocciati. […] Come si fa a riconoscere se un uomo è o non è un uomo di libertà?
È semplicissimo: l’uomo di libertà preferisce l’albero di Natale; l’uomo d’amore invece preferisce il Presepe.” (Tratto da Così parlò Bellavista di Luciano De Crescenzo).

Casertavecchia: itinerario di arte, storia e riflessione

I Borgonauti oggi raccontano di un borgo medievale, che ospita meno di duecento abitanti, situato a poca distanza dalla città di Caserta. Trovandosi alle pendici dei monti Tifatini, il percorso per raggiungerlo è leggermente tortuoso, ma la bellezza antica del luogo e dei suoi panorami ripaga sempre ogni visitatore. Parliamo di quella che oggi è conosciuta come Casertavecchia ma che nel Medioevo, prima che la denominazione passasse al nuovo centro abitato della pianura, era chiamata semplicemente “Caserta”.

Il borgo immortale

Nella sconfinata provincia di Udine, ricchissima di comuni, frazioni, valli,torrenti e boschi ,scopriamo così come si farebbe con un tesoro nascosto,Venzone,un piccolo borgo trecentesco, situato tra il congiungimento di due importanti valli, quella del Tagliamento e del Canal di Ferro, poco lontano dalle Alpi Giulie e dalla bella Carnia.

Tra cedri e castagni alla corte dei Montecuccoli

Quella di Pavullo nel Frignano è un’esperienza del tutto singolare, non più visita pomeridiana e domenicale in terra natia, ma lunga permanenza in luoghi lontani da casa. Quello di Pavullo nel Frignano è un viaggio sui generis, poiché le passeggiate sull’ Appennino modenese e i pomeriggi immersi nella storia sono privi della insostituibile compagnia dei miei amici di viaggio. Ad ogni modo, vi chiedo di immaginarci tutti insieme a raccontarvi questo splendido posto: del resto, la maniera migliore per scoprire un luogo è farne esperienza con i propri inseparabili compagni. Completamente immerso tra le montagne dell’Appennino tosco-emiliano, a quasi 700 metri sul livello del mare, Pavullo nel Frignano è forse il borgo montano più caratteristico della provincia di Modena; popolato da poco più di 17000 abitanti, è oggi la sede amministrativa dell’ “Unione dei comuni del Frignano” che comprende altri 9 centri: Fanano, Fiumalbo, Lama Mocogno, Montecreto, Pievepelago, Polinago, Riolunato, […]

Gaeta: la città dai mille piaceri

Gaeta è una splendida città adagiata sul mare e dalle origini antichissime, tanto che la sua storia si fonde col mito. L’etimologia del nome, secondo Strabone, deriva dal termine greco “καϊέτα” (caieta), cioè ogni cosa ‘cava’, con riferimento al golfo. Secondo Virgilio, invece, Caieta sarebbe stata la nutrice di Enea, sepolta da lui in questo sito durante il suo viaggio verso le coste laziali.
Certo è che le prime notizie di questa città risalgono all’epoca dei Romani, ai quali fu favorito l’accesso dalla costruzione della via Flacca; essi l’apprezzarono così tanto da costruirvi numerose ville fastose, monumenti e mausolei, tra cui quello dedicato a Lucio Munazio Planco, generale di Giulio Cesare.

I giardini segreti nel cuore dell’Italia

Se poi la visita a giardini, boschi e parchi naturali si accompagnasse anche alla scoperta di mirabili opere d’arte nascoste, frutto del genio di artisti che negli anni hanno contribuito a creare dei piccoli “regni” fiabeschi, in cui arte e natura formano un connubio indissolubile, non sarebbe perfetto?
La risposta è stata affermativa e in un momento in cui purtroppo le visite ai tanti meravigliosi siti artistici e culturali di cui è ricco il Patrimonio italiano sono contingentate e, ahimè, in alcuni casi sono addirittura provvisoriamente negate, abbiamo scoperto che esiste sul suolo, sempre prodigo di tesori e sorprese del nostro Paese, una serie di giardini segreti favolosi, romantici o esoterici, irreali o mostruosi, in cui la ricchezza della flora si sposa perfettamente con la creatività dell’arte, facendo nascere dei paradisi in cui le tracce dell’uomo, del suo pensiero, del suo talento si intrecciano magicamente con la vegetazione.

Raccolta di San Gennaro

Asprinio poetico

Uve che fluttuano tra sole e ombra e che indiscutibilmente conservano elementi chimici e magici come il profumo di agrumi e l’acidità magmatica esaltata nelle grotte di tufo, dove viene conservato il vino, grotte scavate da abili scalpellini. È giusto ricordare come i contadini fossero anche abili vinificatori stregoni delle grotte, che sapevano rendere il vino particolare semplicemente con il gioco delle lune e fossero conoscitori arcaici e profondi delle costellazioni zuccherine che rendono il vino un’anima duplice, ferma o spumantizzata.

Vatolla: il borgo in cui tradizione locale e pensiero filosofico si armonizzano

A sud della provincia di Salerno si erge nel cuore del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni il borgo medievale di Vatolla, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Come spesso accade per i centri abitati di remota fondazione, le tracce delle origini di Viculus Vatulanus si dissolvono nel corso dei secoli. È ipotizzabile però, dato i numerosi resti di epoca romana, che Vatolla esistesse già ai tempi dell’Impero e che sia uno dei paesi più antichi del Cilento.

Il fiume Titerno sotto il ponte di Annibale

La natura e l’uomo – Alla scoperta delle Forre di Lavello

Quale sensazione più bella può esserci, in piena estate, in una calda domenica di agosto, di tuffarsi nelle gelide e trasparenti acque di un fiume, all’interno di gole scavate nella pietra, protetti dalle pareti rocciose dei monti, circondati dagli alberi e coperti solo da un cielo limpido che si lasciava attraversare dalla luce filtrante del sole agostano?
Beh vi dirò che, contrariamente a quel che immaginavo, questa è stata solo una delle meravigliose emozioni che ha regalato, a noi borgonauti, la passeggiata alle Forre di Lavello, uno splendido canyon, detto appunto “Lavello”, di circa 30 metri di profondità, nato tra i monti Erbano e Cigno, grazie alla forza erosiva delle acque del fiume Titerno a contatto con la pietra calcarea.

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Viaggio nel tempo nella città di Venafro

Non è facile stabilire quando e dove sia sorto il primo insediamento venafrano; probabilmente il territorio fu abitato fin dalla Preistoria perché sono stati rinvenuti alcuni arnesi in bronzo e resti umani nella Piana di Venafro. Tuttavia nella tortuosa e lunga linea del tempo, la nascita di Venafro è ancora incerta, i primi tasselli della sua storia sono ancora gelosamente custoditi sotto il suolo, magari all’ombra di un ulivo o forse trasportati dal Volturno…

Il magico borgo di Erice

Passeggiare per le strade ericine è come andare a spasso nel tempo, catapultati in un’epoca medievale dal sapore moderno. Si, perché mentre si è intenti a passeggiare per le sue stradine ripide ed acciottolate, l’attenzione per l’antico viene rubata dall’invitante profumo delle arancine che proviene dai piccoli locali tipici.

Piana di Monteverna e i suoi angoli nascosti

Nonostante il Covid-19 e le premesse che non erano delle migliori, visto che dopo un po’ di tentativi di organizzare una passeggiata nei borghi che avevamo calendarizzato ci ritrovavamo di fronte a strutture non ancora pronte per l’apertura al pubblico, decidemmo di andare nella valle caiatina, a Piana di Monteverna, prima chiamata Piana di Caiazzo.

Castello Prata Sannita

Rocce e rivoli di oblio a Prata Sannita

Appena scorgi Prata comprendi che la sua ossatura urbana è di pietra, così lontana dalla civiltà del tufo tipica della Campania Felix. Il suo apparire riflette il sole, come l’acqua leggendaria su cui questi posti galleggiano come navi. Qui il fiume Lete richiama il mito e pensieri profondi di una tale limpidezza da ossigenare le astruse costruzioni di un mondo così confuso. Questo scorrere millenario ha lasciato un ciottolo levigato nella mia mente, una ricostruzione etimologica: Aletheia (ἀλήθεια) in greco antico è traducibile “come lo stato del non essere nascosto”, il fiume Lete (Λήθη) attraverso il mito è per noi tutti il fiume dell’oblio.

La Cipresseta di Fontegreca

Avreste mai pensato che a pochi chilometri da casa nostra, spingendoci ai confini della provincia di Caserta, non molto lontano dal Molise, potessimo trovare un tipico paesaggio svizzero? Se non ci credete provate a visitare la Cipresseta di Fontegreca e scoprirete un ambiente degno delle più belle favole, grazie al quale si può riscoprire il gusto ed il piacere di entrare in stretto contatto con la natura.

La fertile Limatola, porta del Sannio

Sin da quando si è piccoli, il castello è sempre un luogo privilegiato, l’ambientazione ideale di favole, giochi, imprese, lo scenario perfetto su cui far scorrere immagini di un tempo antico, storico o mitico, in cui ricercare tracce di un passato glorioso o ricostruire le fila di leggende e tradizioni popolari che contraddistinguino l’eredità culturale dei borghi che nascono ai suoi piedi.
Proprio sulla spinta dell’immaginazione e della curiosità di entrare nell’antico Castello di Limatola, situato sulla sommità di una collina a guardia del suggestivo borgo medioevale di Limatola, nella valle del Volturno, circondata dal monte Taburno, dal monte Maggiore e dai Monti Tifatini, a cavallo tra la fine dell’estate e i primi giorni dell’autunno 2019, decidemmo di organizzare una passeggiata alla scoperta di Limatola.

Sant’Angelo in Formis: sulle tracce della spiritualità

Facciata dell’abbazia di Sant’Angelo in Formis Se fosse possibile fare un salto nel passato oppure azionare una macchina del tempo,  di certo a Sant’angelo in Formis avremmo sorpreso la dea Diana intenta nei suoi propositi di caccia.  Ebbene, com’è possibile che un luogo deputato alla cristianità conviva con miti e leggende pagane? In una terra come quella campana, non è la prima volta che la storia di popoli che non conobbero il culto cristiano si intreccia alle più note vicende di quei popoli che, nella cristianità, trovarono il senso della propria esistenza. Sant’Angelo in Formis è frazione del comune di Capua, in provincia di Caserta, alle pendici del monte Tifata. È proprio tra i boschi del monte che nasce il culto antico e locale della dea Diana: le fonti storiche e archeologiche attestano in quest’area la presenza di un tempio edificato a Diana Tifatina, regina della caccia e dei boschi. […]

Abbazia di Sant'Angelo (foto fornita da Tommaso Buonfiglio)

Taurano, capitale estiva di danze e cultura

Trascorrere le vacanze estive a casa, lontani dalle gettonate capitali europee o dalle nevrotiche spiagge di Ferragosto non è poi un dramma! A volte non è necessario allontanarsi tanto, ci sono luoghi vicini, spesso insospettabili che possono sorprenderci per angoli dal fascino ancora sconosciuto.
Il territorio campano, ma in generale l’entroterra della nostra bella Italia, offre ad agosto un calendario ricco di serate magiche. Si può optare per escursioni notturne i cui passi sono illuminati dalla luna, concerti, sagre con ottimi percorsi enogastronomici, festival di danze popolari… Insomma, si ha solo l’imbarazzo della scelta, che in questo caso ci ha portato a Taurano.

Il lago d’Averno, tra natura e leggende

Il lago d’averno: una meta tanto conosciuta, ma in realtà a molti sconosciuta!
Non mi ero mai soffermata sulla bellezza e sulla ricchezza di questo lago, che si è scoperto un luogo idilliaco, ricco di natura, storia, leggende e soprattutto di serenità.
È uno di quei luoghi che ti lasciano addosso un senso di leggerezza, con la sua bellissima passeggiata immersa nel verde, tra svariati tipi di fiori, alberi di ogni specie, vigneti tutto avvolto da una storia lunga secoli.

Capua è una bella donna

Casilinum, porto fluviale dell’antichissima Capua (IX sec. a. C. – Santa Maria Capua Vetere) è protetto dal geloso fiume Volturno, l’antico e irruento fiume che deve il suo nome a una dea etrusca, Voltumna, la portatrice del vento di scirocco; ed è sorvegliato dal monte Tifata, lì dove il geniale Annibale sacrificò alla dea Diana tifatina un elefante per propiziare la guerra contro l’Urbe. Ebbene, a sconfiggere il cartaginese furono proprio quelle messi, che con la loro abbondanza rammollirono la grandiosa macchina bellica africana.

‘A festa ‘e Sant’Antuono: devozione religiosa e amore per la tradizione a Macerata Campania

Chi è appassionato di tradizioni popolari non può perdere l’appuntamento, fissato in data 17 gennaio, con ‘A festa ‘e Sant’Antuono di Macerata Campania. In migliaia, tra giovani e adulti, accorrono ogni anno per partecipare a questo evento, grazie al quale il paese si anima di quei profumi e suoni, che rimandano ad una storia millenaria, ricca di dedizione religiosa.

Le Luci di Piedimonte

Non è difficile comprendere l’etimologia della parola “Piedimonte”, ma lo è capire il motivo per il quale questo comune dell’alto casertano, un tempo rigoglioso e florido, abbia visto nel corso dei secoli una significativa riduzione di interesse, forse  associato ad un calo dei flussi commerciali , affievolendo sempre più l’influente peso che ha avuto nella provincia. Situato ai piedi del massiccio del Matese, il comune ha conosciuto tanti felici periodi storici, ma è doveroso citarne due in particolare: quello Normanno (XII sec.) durante il quale ha esteso i propri confini occupando un territorio di oltre 142 km², e quello della nobile famiglia dei Gaetani d’Aragona (che lo mantennero fino all’abolizione della feudalità) i quali favorirono l’incremento della produzione industriale dei panni lana. Nel 2019 il comune di Piedimonte ha partecipato ad una bellissima iniziativa chiamata “Illuminarti”, manifestazione nata nel 2012 dall’Associazione culturale Byblos, con un chiaro obiettivo: quello di accendere […]

Cava de’Tirreni: la città stellare

Cava dei Tirreni è una città molto apprezzata sia per i suoi scenari naturali che per la sua storia, per questo non potevamo non destinarvi una ‘borgo-tappa’.
Essa sorge in una vallata immersa nel verde e viene chiamata ‘città stellare’ perché parte dei suoi abitanti è dislocata nei paesini attorno al centro. L’etimologia del nome ‘Cava’, deriva dal termine cavea, ossia ‘antico anfiteatro’, che allude alla vallata circondata dai monti.

Lumina in Castro – Luci sulla storia di Lauro

Nella Bassa Irpinia, in uno dei principali avamposti del Vallo di Lauro, al confine con l’agro nolano ma già pienamente sul suolo irpino, si erge una delle più affascinanti residenze storiche della Campania, il Castello Lancellotti. E se in passato il Castello è stato teatro di vari avvenimenti storici, successioni e dominazioni, lotte di potere, incendi e ricostruzioni, oggi si trasforma per noi in palcoscenico per accendere la luce sul suggestivo passato del suo borgo, Lauro.

Benevento, la città delle streghe

Per chi a Benevento mai è stato perché le janare non vuole incontrare, sveliamo un trucco per poterle ingannare!

Benevento è una città carica di storia e ogni epoca che l’ha attraversata ha lasciato il proprio segno di riconoscimento a memoria di un passato fiero come i Sanniti, imperiale come i Romani, pagano come i Longobardi.
Se pensiamo al presente di Benevento, sicuramente il ricordo che lascerà al futuro è quello di una città lontana dalla cronaca sulla criminalità o sui rifiuti che quotidianamente ferisce il popolo campano. Benevento è infatti tranquilla, ordinata, pulita, distaccata dal caos caratteristico delle città del Sud. Anche il clima sembra fare la sua parte con inverni più rigidi e stagioni non sempre mediterranee.
Ma se infine pensiamo a Benevento in un tempo indefinito, l’immagine che abbiamo è di una città con una identità solida e insolita che abbonda di misteri e leggende, streghe e riti di magia, miti dal fascino senza tempo.

Santa Maria Capua Vetere: a spasso con Spartaco!

La città di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, è il luogo perfetto per gli amanti della storia antica e in particolare della storia romana: è per questo che nella primavera dello scorso anno abbiamo deciso di farvi tappa durante un pomeriggio domenicale! Se tanti luoghi d’Italia hanno una storia complessa e spesso travagliata, Santa Maria Capua Vetere non fa eccezione! È dunque necessario fare un viaggio nel tempo e capire perché la città abbia cambiato nome nel corso degli anni.

Montesarchio-La nuova Caudium

Montesarchio per me era solo un borgo della valle caudina, ma Carla e Mario, con il loro entusiasmo e la loro passione per i borghi, ci affascinarono fino al punto di “calendarizzare” questa meta.
Era una domenica pomeriggio di pieno inverno, decidemmo, nonostante il tempo non proprio favorevole, di andare alla scoperta di questo nuovo paese del beneventano, ai piedi del monte Taburno.

Il Carnevale di Montemarano

Se ne parlava da tempo, avevamo “calendarizzato” questa passeggiata durante una delle nostre riunioni incastrate nelle pause pranzo,  tra caffè, dolcini e risate, riscontrando subito un enorme successo e un’approvazione unanime, data  l’indole allegra del gruppo. Parliamo di Montemarano, un piccolo borgo  che nasce nella verde Irpinia, alle propaggini del massiccio del Tuoro, nelle vicinanze del fiume Calore, e già questa brevissima illustrazione geografica sarebbe sufficiente per spingere i tanti appassionati ad assaporare la bellezza di quelle zone, ma Montemarano ha qualcosa in più: una travolgente tradizione carnevalesca.

I cigni dell'amore

Salerno – Luci d’Artista

Salerno, città di mare e di sole, di luci e di canzoni, intrisa del fascino di una storia antica. È tutta lì la sua bellezza, nel suo immenso litorale, caratterizzato da scogliere e spiagge infinite. E poi ancora le grotte, le insenature, il porto.
È come una donna gentile ed accogliente, che a seconda della stagione offre doni diversi ai suoi ospiti: in estate li accoglie con le sue calde e dorate spiagge, in inverno con le sue caleidoscopiche luci, diventate ormai l’attrattiva invernale della città: le Luci d’Artista.

Il Real Sito di Carditello – Storia di una rivalsa

Visitai per la prima volta il Real Sito di Carditello in una radiosa domenica di primavera. Il cielo terso brillava di azzurro e il vento, lieve come una carezza, mitigava il calore del sole. Le ampie distese di terreni coltivati, gli alberi di cerri ed eucalipto e i fitti arbusti incorniciavano di sfumature verdi e marroni le stradine di San Tammaro. Alla fine del tragitto, parcheggiato il veicolo e varcata la soglia del massiccio cancello della Reale Tenuta di Carditello, mi incamminai verso l’ingresso della struttura per visitarla. Nell’incedere mi immergevo all’intensità dei colori e dei profumi dei fiori e dell’erba e questo mi permise, passo dopo passo, respiro dopo respiro, di godere di un momento di pieno abbandono alla natura circostante. Avanzavo, accolta dai suoni della campagna, e cercavo di cogliere tutti i dettagli, che mi si offrivano al passaggio: l’antico galoppatoio per le corse dei cavalli, realizzato in terreno battuto con prato centrale alla maniera di un antico circo romano, nel quale si scorgevano i due obelischi di marmo, utilizzati come fontane, e il tempietto circolare, riservato agli orchestrali.

Valogno – Il borgo dei murales

Fino a pochi mesi fa non ero purtroppo mai stata a Valogno e non ne avevo mai sentito parlare. E forse non è un destino così insolito per un piccolo borgo, arroccato tra le alture dell’Alto-Casertano, frazione del comune di Sessa Aurunca, un paesino abitato da meno di cento persone, lontano dalle mode e dalla grande distribuzione, privo di bar, farmacie, supermercati o locali tipici della movida ma dotato del bene più prezioso, la bellezza di un’anima unica e variopinta e un’incredibile storia che dal passato ritorna a essere coniugata al presente. LA SCOPERTA – La prima volta in cui ho sentito parlare di Valogno, mi è stato menzionato in relazione a una mia grande passione, quella per la street art e i murales. Mi fu detto che non era necessario percorrere km per affollare grandi e famose città italiane o europee alla ricerca dei graffiti degli street artist locali […]

Sant’Agata de’ Goti – Tour su note medievali

Chi di noi ha sempre voglia di scoprire posti nuovi sa benissimo che una domenica autunnale, umida e uggiosa non può certo impedire un tour alla scoperta di un borgo fermo nel tempo! La Campania è ricca di posti bellissimi da visitare, dalla costa all’entroterra; questa è la volta di Sant’Agata de’ Goti, la “perla del Sannio”!

Sessa Aurunca – Il teatro della storia

È stato amore a prima vista quando ho scoperto Sessa Aurunca in un pomeriggio di fine estate, quando tornando da una tranquilla giornata sulle spiagge ormai deserte di Baia Domizia, io e Mario decidemmo di fare tappa in questa città, ancora sconosciuta ma che misteriosamente ci destava curiosità.

Avrò mai conosciuto Aversa?

Ho conosciuto Aversa, nonostante ci sia nato e ci viva, molto tardi. La mia bella città la conobbi nella sua profonda intelaiatura grazie a una ragazza. È stato per conquistare lei, e rendermi in quel momento oggetto unico del suo interesse, se mi spinsi nelle viscere profonde, nelle vene, capillari esangui di questa, in parte, ripudiata città… che in primis fu un borgo.