Eremo di San Vitaliano: l’eleganza di una chiesa di campagna

L’aria mistica dei Colli Tifatini, gli alberi e la vegetazione rigogliosa, il tufo antichissimo e la semplicità delle forme rendono l’Eremo di San Vitaliano un posto unico, un luogo dove il tempo si è fermato all’atmosfera intima del Medioevo. La natura, con i suoi poteri magici, ti scaglia nel meraviglioso mondo delle emozioni, attiva tutti i sensi…quei sensi che nella frenesia giornaliera ti dimentichi di possedere.  E allora scopri quanto è bello lasciarsi accarezzare dal vento, meravigliarsi dei colori di una farfalla che passa a salutarti. 

Porta d'accesso
Gli alberi e l'eremo

L’eremo è immerso nel verde di Casola, uno dei casali di Casertavecchia e seppur rimaneggiato più volte nel tempo, conserva la semplicità delle sue origini. Ci si arriva attraverso una stradina di campagna stretta dove i castagni creano delle volte scenografiche e se non ci fossero le indicazioni probabilmente si andrebbe dritti verso il più noto borgo di Casertavecchia e si perderebbe questo gioiello nascosto.

Bosco misto
Arco d'ingresso

Secondo la tradizione è stato costruito da San Vitaliano durante la sua vita in solitudine in una località che la memoria ricorda come Miliarum, forse da un’antica pietra miliare. Il santo, stanco delle persecuzioni e calunnie a cui era soggetto, fuggì dalla città di Capua per ritirarsi a vita eremitica. Si narra che un lupo, da lui ammansito, l’aiutò a costruire l’eremo dove visse diversi anni compiendo miracoli. Tuttora gli abitanti del posto conservano l’arcaico culto di questo santo, protettore della pioggia contro la siccità: nel mese di maggio infatti, i quattro casali si recano in processione fino all’eremo.

Archi e cipressi
Prospettive

SAN VITALIANO, TRA REALTÀ E LEGGENDA

San Vitaliano nacque nel VIII secolo nell’antica Capua (l’odierna Santa Maria Capua Vetere) dove fu consacrato vescovo. Fu un uomo di grande umiltà e devozione ma ciononostante fu perseguitato da uomini infidi che cospirarono contro di lui, accusandolo di immoralità. Vitaliano decise allora di dirigersi verso Roma, dal Papa ma i suoi nemici lo inseguirono e nei pressi dell’antica Sinuessa lo catturarono, lo chiusero in un sacco e lo gettarono tra le onde del mare. Ma grazie alla protezione divina il santo raggiunse Ostia sano e salvo, qui venne liberato dal sacco e si fermò per alcuni mesi. Nel frattempo la città di Capua fu colpita da carestie e siccità ed i capuani compresero di essere stati puniti del Signore per quanto avevano fatto al santo: decisero quindi di cercarlo per implorare il suo perdono. San Vitaliano, impietositosi, perdonò il suo popolo e al suo ritorno a Capua la pioggia cadde in abbondanza.

Statua San Vitaliano

EREMO

La struttura, risalente all’VII secolo, ha subito nel corso del tempo diversi rifacimenti sia esterni che interni e quello che oggi vediamo è il frutto del restauro, iniziato nel 2001, ad opera di Don Valentino Picazio, parroco di San Marco Evangelista di Casola. 

Caratteristiche principali di tutto il complesso sono l’ordine, la pulizia e le linee essenziali della pietra viva e certamente il richiamo con la natura tutt’intorno. 

All’eremo si accede attraverso un semplice arco che ti porta dentro un piccolo giardino con alti cipressi e profumate piante di rosmarino. Qui si trova un caratteristico pozzo antico, con tutti gli ingranaggi e il secchio per raccogliere l’acqua dalle falde…magari ci sono ancora le tracce della pioggia che San Vitaliano impetrava durante i periodi di siccità!

Colonna e rosmarino profumato
Pozzo

La chiesa è semplice ma con un grande fascino: è la classica chiesa di campagna, luogo di incontro per le comunità rurali. È preceduta da un portico con tre archi in tufo mentre all’interno i muri sono ricoperti in calce viva e probabilmente nascondono degli affreschi. La struttura infatti ha avuto nel corso dei secoli numerosi rimaneggiamenti, tuttavia gli interventi di rivalutazione artistica e storica hanno conservato l’antico splendore. 

Facciata della chiesa

C’è un’unica navata centrale e a sinistra una piccola cappella con un affresco di Madonna con Bambino e la statua di San Vitaliano mentre al piano superiore ci sono le celle dei monaci ospitati in passato. Usciti fuori, da qui attraverso un piccolo arco si accede al campanile, sobrio ed elegante che va a ad esaltare la semplicità e la bellezza disarmante dell’intera struttura.

Campanile
Affresco Madonna con Bambino

RIFLESSIONI

“Il vero viaggio non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” (Marcel Proust)

La visita all’eremo rientra tra le passeggiate domenicali che i Borgonauti tanto amano fare, condividendo lo spirito dei “viaggi a km zero”. Chi osserva le foto potrebbe pensare ad una bellissima chiesa delle campagne senesi. Siamo invece in provincia di Caserta e i colli non sono quelli toscani ma i monti Tifatini, regno della dea Diana, regina di tutti i boschi e custode della natura.

È un luogo, questo, che risulta sconosciuto agli stessi casertani. Come tante altre località viene snobbato…si preferisce andare nei soliti luoghi comuni e si rischia non solo di perdersi la loro bellezza ma soprattutto che questi vengano persi.

Interno chiesa
Campanile

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