Per chi a Benevento mai è stato perché le janare non vuole incontrare, sveliamo un trucco per poterle ingannare!
Benevento è una città carica di storia e ogni epoca che l’ha attraversata ha lasciato il proprio segno di riconoscimento a memoria di un passato fiero come i Sanniti, imperiale come i Romani, pagano come i Longobardi.
Se pensiamo al presente di Benevento, sicuramente il ricordo che lascerà al futuro è quello di una città lontana dalla cronaca sulla criminalità o sui rifiuti che quotidianamente ferisce il popolo campano. Benevento è infatti tranquilla, ordinata, pulita, distaccata dal caos caratteristico delle città del Sud. Anche il clima sembra fare la sua parte con inverni più rigidi e stagioni non sempre mediterranee.
Ma se infine pensiamo a Benevento in un tempo indefinito, l’immagine che abbiamo è di una città con una identità solida e insolita che abbonda di misteri e leggende, streghe e riti di magia, miti dal fascino senza tempo.
Benevento offre molto ai turisti appassionati di storia, arte e architettura oppure presi dalla voglia di passeggiare per spazi verdi o ancora incuriositi dai prodotti gastronomici. È ricca di monumenti e luoghi di interesse ma come ogni grande città, il tempo non è mai abbastanza per scrutare tutti i suoi angoli e conoscerla tutta, nella propria personale bellezza.

La passeggiata insieme ai Borgonauti è stata simpatica e suggestiva: abbiamo scelto per questa nostra prima visita di vederci chiaro sulla questione delle Streghe di Benevento. Ci siamo quindi recati al museo Janua dove la guida e il viaggio multimediale ci hanno condotti nell’incredibile mondo delle janare, le streghe così chiamate nell’Italia meridionale.
Era domenica, ma appena arrivati siamo misteriosamente tornati indietro di un giorno. Sì, perché a Benevento è sempre sabato quando le janare, impegnate nel rito del Sabba, si tengono lontane dalle faccende umane. Ci è stato poi svelato un piccolo trucco per metterci al riparo dai malefici di queste streghe dispettose e cioè: ogni qual volta si pronuncia la parola “janara” bisogna incrociare le gambe e ripetere “oggi è sabato”!
Divertiti da questo aneddoto ma anche suggestionati dalla possibilità di poter realmente incrociare queste donne dai poteri magici, abbiamo trascorso parte della giornata a compiere questa pratica superstiziosa.
La guida, beneventana doc, è stata molto carina e paziente ad accogliere le nostre domande, a volte indiscrete, nella speranza di farci confessare qualche formula magica. Ma niente da fare: queste vanno tramandate solamente nella notte di Natale, bisbigliate nell’orecchio della futura custode di questo patrimonio straordinario.
La visita al museo è stata davvero piacevole e affascinante, merito anche di un’ottima scenografia. C’è infatti una sala dove è stato riprodotto il famoso “Nocio e Beneviente” con riproduzioni multimediali che avvolgono totalmente il visitatore e lo trascinano lungo le sponde del fiume Sabato, in quel luogo segreto, da sempre non identificato dove le streghe di varia provenienza si riuniscono per celebrare la cerimonia del Sabba nella quale si compiono pratiche eretiche.
Per raggiungere l’albero di noce la janara esce di notte, si infiltra nelle stalle per rapire un cavallo e, veloce nel percorrere lunghe distanze e ritornare con le prime luci del sole senza essere smascherata, cavalca sfrenata per tutta la notte. La mattina seguente il cavallo, sfinito per la fatica immane e con la criniera aggrovigliata dal vento durante la cavalcata, lascia un chiaro segno della presenza della janara.



Secondo le credenze popolari la strega beneventana, contrariamente alla più generica figura della strega, può essere una donna dai tratti tipicamente umani, quindi insospettabile che solo di notte fa emergere la sua vera natura. È una donna esperta di erbe, non è malvagia ma può divertirsi a lanciare malocchi a sue possibili rivali oppure durante la notte tramutandosi in vento o in gatto striscia sotto le porte e si accomoda sul petto degli uomini provocando nel sonno una sensazione di soffocamento.
C’è poi un’altra area del museo adibita con i “ferri” del mestiere di queste sapienti donne come erbe medicinali, bastoni dai poteri magici, amuleti, ex-voto e libri scritti in lingue incomprensibili fatte di simboli e figure oscure.
Tante altre curiosità abbiamo scoperto durante questa visita come quelle della notte di san Giovanni quando per tradizione si stende la biancheria al cielo per raccogliere la rugiada miracolosa o ancora, sempre nella stessa notte rituali legati all’amore delle giovani ragazze. Si crede infatti che sciogliendo pezzetti di piombo in acqua, quando poi si vanno a solidificare restituiscono una forma che suggerisce il mestiere del futuro marito.
Insomma, Benevento oltre ad avere tutte quelle qualità e caratteristiche che ne fanno una città moderna, pronta ad ospitare turisti da ogni luogo e generazione conserva un patrimonio di riti e tradizioni che la rendono unica.


