La scure prendi su, Lombardo, da Fiumalbo e Frassinoro! Il vento ha già spiumato il cardo, fruga la tua barba d’oro.
Menzionato persino nei componimenti del Pascoli (La partenza del boscaiolo), Fiumalbo, in provincia di Modena, è stato negli ultimi anni uno dei borghi più belli d’Italia. Per chiunque abbia voglia di immergersi nella natura e nei boschi, oltre che nella storia, il borgo di Fiumalbo è meta consigliatissima. Questa meravigliosa location sorge alle pendici del Monte Cimone, il Grande Vecchio che domina l’ Appennino tosco-emiliano. Proprio da Fiumalbo, più precisamente dalla località Doccia, si snodano i sentieri naturali che portano fino alla cima del Cimone, a 2165 metri sul livello del mare! Su questi sentieri, poco lontane dal centro abitato, sorgono le capanne celtiche, costruzioni antichissime che raccontano la storia e le tradizioni delle civiltà montane. Questi edifici sono caratterizzati da facciate a gradoni e lastre di arenaria: la loro fisionomia consente di ricostruire la storia più antica del luogo che, con ogni probabilità, affonda le sue radici nelle civiltà celtiche che hanno abitato le zone montane del Frignano. Principale caratteristica di queste abitazioni è il tetto, particolarmente spiovente e nella maggior parte dei casi ricoperto da paglia, in modo da potersi proteggere dal vento e dalla neve. La neve, forse lo spettacolo più frequente da poter ammirare nelle valli del Cimone, rappresenta un’attrazione importante per l’intera zona, specie per Fiumalbo che è a due passi dall’Abetone, quasi sul confine regionale. Ovviamente, a chiunque avesse voglia di “scalare” il Cimone, consiglio la stagione estiva oltre che la partenza proprio da Fiumalbo: il percorso è più comodo e, al ritorno, ci si può fermare e ristorarsi in paese!

Ma perché Fiumalbo? Secondo alcuni studiosi, talvolta anche di origine locale, il nome del borgo potrebbe derivare dal latino “flumen album”, cioè fiume bianco: il piccolo paesino incastonato ai piedi del Cimone si trova esattamente tra due corsi d’acqua che, proprio a Fiumalbo, si uniscono a formare il fiume Scoltenna. Ma chi furono i popoli che abitarono questa bellissima terra? La storia di Fiumalbo è millenaria: con ogni probabilità i primi abitanti del territorio furono i Liguri Friniati che si stanziarono sull’Appennino modenese a partire dal secondo secolo a.C.; fin dal 1038 la località è conosciuta con il proprio nome, grazie ad un testo scritto che testimoniava la cessione del luogo da parte del marchese Bonifacio di Canossa (padre della più famosa Matilde) al Vescovo di Modena. Da sempre luogo conteso, a partire dal 1936 parte del territorio di Fiumalbo costituisce insieme a Cutigliano il comune di Abetone, già Toscana.


Visitare Fiumalbo per la prima volta è un’esperienza unica. Prima di raggiungere il paese, ci si immerge in auto su strade colorate a seconda della stagione che ne è padrona: fantastici i tramonti estivi. Il primo luogo che desta molta curiosità si trova proprio all’ingresso del paese: si tratta della piccola chiesa dell’Oratorio di San Rocco. L’edificio fu probabilmente costruito nel 1418 e collocato alle porte del paese per scongiurare epidemie e pestilenze. La struttura attuale risale, invece, agli inizi del cinquecento quando fu ampliata e rivestita di affreschi. L’interno è molto suggestivo: entrando dalla piccola porta, ci si lascia alle spalle la luce per entrare in un’atmosfera dalle note mistiche: sulla volta a botte che ricopre la chiesa vi sono gli affreschi di un artista di Carpi, il Saccaccini, realizzati nel 1535. Le scene raffigurano, al centro, la Madonna col bambino e, di seguito storie degli Apostoli e dei santi, tra i quali San Bartolomeo, il Santo Patrono di Fiumalbo.


Il centro storico conserva ancora l’aspetto medievale, con le sue case di pietra e le botteghe che si affacciano sulle piccole stradine che attraversano il borgo. In piazza sorge la chiesa intitolata a San Bartolomeo: l’edificio fu costruito per la prima volta nel 1220 e poi ricostruito nel 1592. Di particolare rilevanza artistica sono le cappelle laterali della chiesa in cui è possibile ancora ammirare frammenti lapidei di età romanica.

Passeggiando tra i vicoli talvolta troppo bassi, è possibile ascoltare il rumore del silenzio e la possente presenza della natura. E’ lì che ci dirigiamo, verso i luoghi che la natura e l’uomo hanno saputo condividere. Esattamente sul versante opposto rispetto a quello d’ingresso al paese si trova il Seminario, luogo di culto e di cultura da più di duecento anni: è possibile raggiungerlo attraversando un caratteristico ponte che oltrepassa il fiume sottostante.


A molti viaggiatori Fiumalbo potrà sembrare troppo piccola e invece nasconde in sé degli angoli, dei paesaggi e delle storie uniche; Fiumalbo è la dimostrazione che la storia dei popoli del nostro Paese è viva e che altrettanto vive e preziose sono le radici dalle quali proveniamo: Fiumalbo non è altro che un scrigno che protegge dal tempo la propria unicità.

Delia Brusciano