Se ne parlava da tempo, avevamo “calendarizzato” questa passeggiata durante una delle nostre riunioni incastrate nelle pause pranzo, tra caffè, dolcini e risate, riscontrando subito un enorme successo e un’approvazione unanime, data l’indole allegra del gruppo. Parliamo di Montemarano, un piccolo borgo che nasce nella verde Irpinia, alle propaggini del massiccio del Tuoro, nelle vicinanze del fiume Calore, e già questa brevissima illustrazione geografica sarebbe sufficiente per spingere i tanti appassionati ad assaporare la bellezza di quelle zone, ma Montemarano ha qualcosa in più: una travolgente tradizione carnevalesca.
Entusiasti all’idea di poter indossare maschere, parrucche e oggetti vari, poco interessati alle condizioni climatiche (non ci avrebbe fermato neppure la pioggia), finalmente giunge il giorno tanto atteso: il Comune dedica quasi un’intera settimana al Carnevale ma noi scegliamo di partecipare ai caroselli la Domenica prima del Martedì grasso, scelta che francamente consiglio.
Giunti al Paese, curati gli aspetti logistici e ultimati alcuni preparativi di “trucco e parrucco”, ci siamo incamminati in maschera verso il centro antico, ma quello che abbiamo visto è tutt’altro rispetto a quello che ci aspettavamo: le strade piene di coriandoli e stelle filanti erano occupate solo da pochi bambini accompagnati dai loro genitori, un clima che lasciava presagire che il bello fosse ormai passato e che a noi toccasse solo prenderne i resti. Fortunatamente non è stato cosi, quello che avevamo osservato è stato solo “ la quiete prima della tempesta”.


Nel primo pomeriggio partecipiamo finalmente al delirio, pian piano le strade si iniziano a riempire di centinaia di persone che giungono da diversi punti della Campania e di maschere bellissime, in particolare dei tradizionali Pulcinella di Montemarano che, al di là della simpatica presenza, hanno una funzione chiave, quella di presiedere la testa di ogni gruppo carnevalesco, organizzato nell’interpretare un tema specifico, a cui fa seguito una piccola banda musicale che detta i tempi del ballo.
Tra i temi che mi sono rimasti particolarmente impressi ricordo il vino, l’antico Egitto, i carillon, il principe schiaccianoci, i fiori, le verdure; ciascun componente di questi gruppi indossa un costume studiato nei minimi particolari: nel caso del vino, ad esempio, i partecipanti si sono vestiti da calici, bottiglie e sommelier.



Un altro aspetto caratteristico è la possibilità di seguire ciascuno di questi gruppi e girare in corteo per le stradine del borgo, un modo simpatico e sicuramente diverso dal solito con il quale si ha modo di osservarne i vicoli stretti, le case in pietra e i punti panoramici; naturalmente chi desidera partecipare al corteo lo deve fare a ritmo di tarantella accompagnando la banda musicale con le proprie castagnette (strumenti musicali in legno, simili alle nacchere): ne esistono di diverse e la differenza è data dalla qualità del legno con il quale vengono realizzate… vi consiglio vivamente di esserne provvisti o in caso contrario non disperate, perché avrete la possibilità di comprarle direttamente sul posto.


Si prosegue in questo modo per tutto il pomeriggio tra migliaia di persone festose e danzanti tutte accomunate dalla voglia di divertirsi e festeggiare senza mai trascendere in comportamenti eccessivi e di cattivo gusto.
Nel bel mezzo della manifestazione facciamo amicizia con alcuni abitanti del posto e scopriamo che tale tradizione è così forte e radicata che, anche quando il tempo non lo permette, i gruppi organizzati sfilano lo stesso.
Soddisfatti della giornata trascorsa, sazi del sapore di questa cultura locale ci incamminiamo verso casa, aggiungendo alla nostra “borgoscenza” il bellissimo Carnevale di Montemarano.