Lumina in Castro – Luci sulla storia di Lauro

Nella Bassa Irpinia, in uno dei principali avamposti del Vallo di Lauro, al confine con l’agro nolano ma già pienamente sul suolo irpino, si erge una delle più affascinanti residenze storiche della Campania, il Castello Lancellotti. E se in passato il Castello è stato teatro di vari avvenimenti storici, successioni e dominazioni, lotte di potere, incendi e ricostruzioni, oggi si trasforma per noi in palcoscenico per accendere una luce sul suggestivo passato del suo borgo, Lauro.

Ogni anno, infatti, a ridosso del 28 agosto, festa di San Sebastiano e San Rocco, patroni di Lauro, accomunati dal fatto di essere invocati come protettori contro la Peste per essere entrambi sopravvissuti l’uno alle frecce e l’altro alla pestilenza, ormai da ben 14 edizioni, si svolge la manifestazione promossa dall’associazione Pro Lauro, Lumina in Castro,  che la scorsa estate ha attirato anche noi Borgonauti, convincendoci a organizzare una passeggiata serale per scoprire la tradizione di questo appuntamento, divenuto uno dei fiori all’occhiello dell’estate lauretana.

Il programma dell’evento è molto ricco e si estende in genere per circa una settimana alla fine di agosto lasciando che si alternino duelli, spettacoli di giocolieri, notti bianche, momenti musicali e spesso orchestrali,  assaggi enogatronomici di prodotti tipici presso i vari stand intorno agli splendidi giardini del Castello ma, soprattutto, permettendo di conoscere la storia del borgo lauretano nel modo più semplice e divertente possibile, ovvero dalla “bocca dei suoi protagonisti”!

Vi chiederete come sia possibile dato che Lauro ha antiche origini romane – già il nome  smaschera la sua antichità collegandosi al latino laurus, che significa proprio lauro, ovvero alloro, i cui boschi circondavano completamente la località in epoca romana; prima il borgo faceva parte della “Terra di Fraconia”, in riferimento ad un’antica civiltà della zona sorta all’incirca nel II millennio a.C. – e visto che la sua storia affonda le sue basi nel Medioevo: questo triplo salto indietro nel tempo è reso possibile dal fatto che, durante Lumina in Castro, si svolga una rievocazione storica affidata a diverse maestranze locali che con la propria arte, i bellissimi costumi, la musica e i balli d’epoca e i loro suggestivi racconti riescono magicamente a riportare i visitatori per qualche ora in quel periodo medievale che ha più volte sconvolto gli equilibri del luogo.

 In realtà ogni anno la rievocazione ha per oggetto una determinata fase della storia del paese: negli anni precedenti era stato protagonista il 1799 e ancora prima l’Amor cortese. La scorsa edizione invece era dedicata al Medioevo.

 

Le vie di accesso al Castello Lancellotti
Lumina in Castro - Ritorno al Medioevo
Rievocando la storia - Il potere del teatro

Appena giunti in loco, già mentre percorrevamo le stradine in salita di accesso al Castello, potevamo intravedere le persone ferme in attesa dell’inizio della rievocazione, davanti al Torrione Occidentale, straordinariamente aperto durante l’ultima edizione, in quanto luogo di partenza dello storico spettacolo teatrale itinerante “Ritorno al Medioevo”, svoltosi tra torri, scale e sale interne e anche all’interno del suo piccolo ma stupendo giardino dell’Ottocento, in cui spicca, in posizione centrale, una fontana seicentesca facente parte dell’antico parco distrutto dagli eventi del 1799. Si può ammirare anche la scuderia con  statue del Seicento.

Dopo aver fatto già sulle scale di ingresso la conoscenza del Giullar Jocoso, mattatore della serata con i suoi lazzi e i fantastici benvenuti ludici, abbiamo avuto la fortuna di ascoltare dalla voce di dame, guerrieri, marchesi la storia del borgo, fortemente segnata dall’avvicendamento di diverse dinastie campane. Lauro infatti è stata dominio del Principato di Benevento, di Salerno e di Capua fino alla conquista nel 1057 da parte di Riccardo I Drengot, Conte di Aversa.

Abbiamo potuto vivere attraverso le sensazioni di San Severino il racconto del passaggio del feudo da Ruggiero il Normanno a Roberto San Severino nelle mani della cui famiglia il feudo rimase fino al 1212, quando Lauro divenne possedimento di Federico II di Svevia che la donò prima a Pietro di Sangermano e poi a Giovanni di Lauro. Dopo vari successioni dinastiche (anche con un nuovo periodo di dominio dei San Severino) Lauro è stata dominata sia da De Balzo, conte di Avellino, sia dagli Orsini conti di Nola che poi persero il controllo dell’area a causa della partecipazione alla Congiura dei Baroni contro Carlo V. Dopo essere stata venduta a Scipione Pignatelli, Lauro fu acquisita dai marchesi Lancellotti che la controllarono fino all’abolizione della feudo nel 1806.

Anche lo stesso Castello conserva le tracce di questa tribolata storia: infatti pur essendo esso di origine longobarda-normanna (sembra che sia citato per la prima volta in un documento del 976) fu incendiato dai francesi nel 1799 e quindi la residenza che vediamo oggi  è il frutto della ricostruzione del 1872, avvenuta grazie al principe Filippo Massimo Lancellotti, che fece nuovamente inaugurare il Castello in quello stesso anno, proprio nel giorno della festa dei Santi Patroni. Ecco il motivo per cui all’interno del Castello possiamo notare un mix di stili  compositi dal gotico-rinascimentale al neoclassico fino al barocco.

Una delle cose che mi ha colpito di più in assoluto è stato però il secondo cortile ospitante un piccolo giardino segreto alle cui spalle sono situati la cappella di famiglia e parte degli appartamenti privati: un piccolo angolo verde che con le luci del Castello, il verde degli alberi e le facciate della cappella conserva l’aspetto di una piccola oasi nascosta incastonata nella storia.

Grazie alla visita abbiamo non solo goduto della stupenda vista dalla Loggia del Torrione su tutta la Valle ma anche osservato le stanze, le mura esterne sovrastate dalle torri merlate,  i meandri e le salette del Castello, le incisioni sulle pareti di iscrizioni  storico-letterarie, le porte e gli accessi ai due cortili.

Il Torrione Occidentale
Dai Fioretti di San Francesco

Anche se il Castello è tuttora un possedimento privato, che viene di volta in volta concesso a Comune e associazioni per lo svolgimento delle visite con pubblico o per le manifestazioni,  non si può dire che esso non sia un elemento imprescindibile della storia e della vita del borgo lauretano. 

Infatti non vive solo d’estate o durante i tanti eventi privati che vi si svolgono (da matrimoni a cerimonie varie o incontri business) ma ospita vari momenti collettivi della comunità di Lauro, aperti ovviamente anche a tutti gli avventori delle zone circostanti, in diversi momenti dell’anno, dalle “Storie d’inverno” che vedono in scena stavolta i racconti e le letture ai ragazzi alle serata stregate a novembre, dagli spettacoli di giocolieri fino al momento clou ovvero la rievocazione dell’incendio che distrusse il Castello, che si svolge di solito a fine agosto insieme a un grande spettacolo pirotecnico di fuochi d’artificio.

Non sappiamo ancora se quest’anno, in seguito all’emergenza legata al Coronavirus, Lumina in Castro potrà svolgersi secondo la sua consueta impostazione e organizzazione.

 L’associazione Pro Lauro ci ha informato che sta ancora verificando con le istituzioni e i proprietari del Castello la possibilità di organizzare la manifestazione estiva, forse negli spazi aperti antistanti, garantendo sicurezza e protocolli definiti. Ovviamente il nostro augurio è che, nel rispetto di regole necessarie per garantire la salute comune, manifestazioni come questa che riescono a far rivivere borghi poco affollati e meno conosciuti come Lauro, possano continuare a dare linfa al territorio.

Grazie infatti alla serata lauretana descritta, in un certo senso, ho avuto la sensazione che la vita del borgo ancora si svolgesse ai piedi della sua fortezza, come se il tempo non avesse mai indebolito la forza sovrastante e protettiva del Castello sui suoi abitanti, che continuano a radunarsi e a condividere spazi sociali di incontro, di scambio culturale o di ebbrezza,  di festa e divertimento in quel luogo deputato che la storia ha collocato là, come baluardo strategico che si affaccia sulla Valle e che, in contemporanea, permette a noi di affacciarci sulla vita che un tempo caratterizzava i suoi interni.

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